Sherlock Holmes (non è affatto elementare, Watson!)

Elementare, Watson!

Sherlock Holmes non lo ha mai detto.

A volte si capisce che libro sto leggendo in base alle scemenze cose che dico durante i video o le live. In questo periodo (non so se si è notato), in particolare, mi sono data alla lettura di un genere che non avevo mai gradito particolarmente: il giallo. Mi è capitato di leggere qualche giallo in passato, ma solo per dimenticarmene appena potevo. A gennaio, EL ed io abbiamo visto il film “Sherlock Holmes“, uscito nel 2009, per la seconda volta. Non ricordavo che il film fosse così bello, né che il protagonista fosse tanto interessante.

Le Avventure di Sherlock Holmes
Il primo libro che ho letto di Conan Doyle

Ho cominciato ad informarmi sulla storia di questo straordinario detective, dotato di capacità investigative fuori dal comune. Ho scoperto che il suo autore, Sir Arthur Conan Doyle, ha cercato di ucciderlo letteralmente perché la sua fama l’aveva ormai sovrastato, ma il favore del pubblico lo costrinse a resuscitarlo.
Mi sono così decisa ad esplorare questa nuova strada letteraria a partire da “Le avventure di Sherlock Holmes”, una raccolta di 12 avventure (il quarto libro, rispettando il giusto ordine di lettura) che mi hanno lasciata a bocca aperta. E’ impressionante vedere come in poche pagine sia possibile scrivere un giallo tanto ben strutturato e colmo di suspense.
Da allora ho divorato avidamente, oltre a “Le avventure di Sherlock Holmes”, anche “Uno studio in rosso” , “Il segno dei Quattro”, “Il mastino dei Baskerville”, “Le Memorie di Sherlock Holmes” e “Il ritorno di Sherlock Holmes”, e non ho alcuna intenzione di smettere con questa splendida saga; infatti sto già leggendo “L’ultimo saluto di Sherlock Holmes”.

Consiglio fortemente la saga di Sherlock Holmes a chiunque sia interessato a leggere delle storie narrativamente coinvolgenti anche se non è particolarmente amante dei gialli, come non lo sono nemmeno io. Attenzione alle traduzioni in italiano: molte sono piene di errori tipografici!

La duplice natura del matrimonio e dell’omicida
L’autore, attraverso gli occhi del dottor Watson (il narratore che scrive in prima persona) e le gesta di Holmes vuole mostrarci l’Inghilterra di fine Ottocento, i suoi usi, costumi, orgogli e vergogne: le donne sono spesso bellissime, ma celano segreti di cui non vogliono parlare con i mariti; a loro volta a i mariti, nel fiore della carriera, preferiscono non condividere con la moglie il proprio lavoro; questo, in particolare, accade nella nobiltà e nella borghesia. Questo atteggiamento narrato di sfuggita ci da l’idea di quanto il matrimonio venisse spesso vissuto come un obbligo sociale, un contratto non esente da clausole che ammettevano l’omertà e la menzogna tra le due parti contraenti. Una donna in procinto di sposarsi o una già sposata potevano trovarsi a sborsare ingenti somme pur di mettere a tacere un ricattatore casualmente entrato in possesso di lettere rivolte ad uomini diversi dal fidanzato o dal marito, anche se queste lettere risalivano a un periodo precedenti al fidanzamento o al matrimonio.
Un altro aspetto che trovo estremamente affascinante è il modo con cui Doyle dipinge gli assassini: essi non sono sempre spietati killer a sangue freddo, ma spesso hanno ben più di una ragione per aver commesso un gesto tanto estremo, al punto che lo stesso Sherlock Holmes, non rappresentando la polizia ma solo se stesso, decide talvolta di non consegnare alla giustizia il colpevole. I “cattivi” a volte non sono i veri cattivi, né le vittime sono davvero “vittime”, andando a creare un ribaltamento dei ruoli che non di rado renderà il lettore simpatizzante per l’assassino, dipinto come essere umano e non come criminale, con tutte le sfaccettature che questo comporta.

Luoghi comuni da sfatare

    • Sherlock Holmes non ha mai detto “Elementare, Watson!”, in nessuna occasione. E’ una frase che gli è stata attribuita successivamente.
    • Sherlock Holmes non ha mai avuto una storia d’amore, nemmeno con Irene Adler, la partner che spesso gli viene affibbiata in molte rivisitazioni. Holmes sostiene che i sentimentalismi, e l’amore in primis, siano deleteri per il freddo ragionamento analitico
    • Sherlock Holmes non porta il cappellino da cacciatore che gli disegnano sempre, però è molto abile nei travestimenti.
    • Sia Sherlock Holmes che John Watson, all’inizio del primo romanzo, hanno meno di 30 anni.
  • Sherlock Holmes non passa il tempo a fumare la pipa. Anche se lo fa spesso. In effetti il fumo non è la sua abitudine peggiore: per un breve periodo ha fatto uso di cocaina.

Per chi fosse interessato al film “Sherlock Holmes”, in cui l’investigatore è interpretato da Robert Downey Jr. (alias Iron Man), ecco il trailer di questo film e del sequel. Il film presenta delle notevoli libertà e differenze rispetto ai libri, ma il protagonista è comunque carismatico e affascinante. Anche il sequel, “Sherlock Holmes – Gioco di ombre” è una libera rivisitazione dell’ultima avventura trascritta da Watson in “Le memorie di Sherlock Holmes”, quando Sherlock affronta il suo più grande e temibile avversario, il professor Moriarty, di intelligenza pari alla sua. In questo film si può osservare un numero maggiore di riferimenti ai libri: in particolare, una conversazione tra Holmes e Moriarty è quasi identica a quella presente nel libro.