Challenge: “Descrivi il tuo frigo, pieno di cibi che odi!”

Come alcuni di voi ormai sanno, Luca ed io vorremmo, prima o poi, che le avventure di Norvy si materializzassero in un libro vero! Purtroppo però non sempre sono ispirata a scrivere, perciò sto cercando qualche input in questo libretto: 642 tiny things to write about (642 piccole cose di cui scrivere); l’obiettivo è completare 642 mini sfide che mi spingeranno a inventare una storiella a tema. La sfida di oggi prevede che io descriva come sarebbe il mio frigo se qualcuno l’avesse riempito di cose che odio. Fateci sapere se vi piace questa nuova, stramba idea!
Qui potete trovare la challenge precedente.

Getto un’occhiata distratta verso il grosso orologio appeso al soffitto. Sento gorgogliare lo stomaco, cosa rara per me, che non ho quasi mai fame. Pare che sia ora di pranzo. Ho comprato giusto ieri delle verdure fresche, magari potrei cucinarle con del cous cous.
Apro il frigorifero e un grido di terrore si leva dalla mia gola senza che il cervello abbia il tempo di accorgersene.
Sono spariti gli yogurt, sono spariti i succhi di frutta biologici, e non c’è più traccia delle verdure che avevo comprato. Sono rimaste solo delle carote mezze marce, che fanno capolino dallo sportello dei vegetali. Accanto a loro, spunta la chioma puzzolente di un broccolo. Le carote e il broccolo mi guardano con aria di sfida, gustando la mia sconfitta: sanno che non oserei mai mangiarli, se non camuffati da altri gusti più decisi che nascondano la loro nauseante consistenza, ma nel frigo non sono rimaste altre verdure che possano avvelenare il loro orrido sapore.
Una goccia di sangue ha lasciato una lunga traccia sullo sportello del frigo. Un’enorme bistecca cruda invade completamente il ripiano centrale. Mostrare una cosa simile a un vegetariano è un po’ come infilzare Superman con un pugnale di Kryptonite, oppure invitare un vampiro a una partita di beach volley a mezzogiorno. Anzi, è come invitarlo a una partita di beach volley a mezzogiorno e usare un palo di frassino al posto della palla. Nel piano superiore del frigo, un cumulo di latte rappreso sta invadendo la stanza con il suo fetore muffito. Qualche temerario chiama questo abominio “gorgonzola”, e ha pure il coraggio di mangiarlo. Magari dopo averlo scaldato e saltato in padella insieme a delle innocenti penne rigate.
So che non è Norvy, l’autore di questo scherzo infame. A lui fa impressione la vista della carne cruda. Deve trattarsi di una creatura ancora più spregevole. Chiudo il frigorifero, giurando vendetta allo sciagurato criminale che è giunto a tanto.