La scrittrice – Racconto breve

Ecco un piccolo racconto scritto alcuni anni fa (mi pare nel 2017), di cui mi ero scordata del tutto e che ho ritrovato rimettendo in ordine i miei hard disk.

Una donna sedeva dinnanzi al suo portatile. Una pagina bianca la fissava con fare impertinente.

“Cosa sarebbe, una sfida?” sussurrò.

Una mano si posò sulla sua spalla e la strinse con forza, fino a farle sentire la pressione delle unghie sulla pelle.

“Esatto. È proprio una sfida” disse una voce. “Accettala oppure abbandonami!”

“Abbandonarti? Non credo proprio!” disse la donna, afferrando il polso di quella mano tanto forte.

“Sei determinata. La cosa mi intriga. E dimmi… cosa ti passa per la testa?”

La donna tacque e arrossì di rabbia.

“Lo sapevo. Non hai idee. Non hai ispirazione. Che c’è, la tua musa ha di meglio da fare, adesso? Non ti basta più pensare a quel ragazzo di cui ti eri innamorata?”

La donna colpì il suo interlocutore con un pugno dritto in pieno viso, facendogli sanguinare il naso.

“Ah, bene! Quanta grinta!” disse quello, vedendo il sangue che gli gocciolava sulle mani. “Che razza di musica hai ascoltato di recente, per essere diventata così?”

“Non è affar tuo, questo.” Disse la donna.

“Rock? Metal? Lirica? Classica? Mi fai quasi paura.”

Due braccia strinsero la donna per la vita e due occhi si fissarono nei suoi, impedendole di abbassare lo sguardo. Una sensazione di calore le pervase il viso e le membra.

“Allora è vero che mi ami” Disse la voce.

“Ti ho sempre amato” disse la donna, mordendosi il labbro inferiore.

“Eppure non credo che tu ti stia impegnando abbastanza” disse la voce, sciogliendosi dall’abbraccio e voltando le spalle alla donna.

“Come osi dirmi questo?! Sono giorni che ci provo! Sono giorni che me ne sto chiusa in casa sperando di tirare fuori qualcosa di decente!”

“Qualcosa di decente? Tu puoi fare molto di meglio. Tu sei una maga, una strega, un’incantatrice. Puoi aprire mondo nuovi e sconvolgere gli animi senza dover alzare un dito. Tu devi trovare l’armonia perfetta per evocare la tua magia.”

“Eppure ci sei tu a impedirmi qualunque tipo di magia!” gridò la donna, prendendo a pugni la schiena dell’interlocutore.

“Oh, no, affatto. Io ti sto aspettando. Voglio che tu mi ricopra con la tua polvere di fata e mi innalzi al livello del sole e delle stelle.”

“Tu pretendi troppo da me!” disse la donna, con gli occhi lucidi.

“Non io, tu. Tu pretendi troppo da te stessa. Non credi che potresti semplicemente spegnere il computer e abbandonarti tra le braccia della sconfitta?”

L’interlocutore si voltò di scatto e strinse a sé la donna, sollevandola da terra.

“Io posso lasciarti andare, adesso” disse, con un sorriso ambiguo “Ma come sarà il tuo ritorno alla realtà? Come ti sentirai? Sarai delusa, scoraggiata? Inizierai a pensare di non valere abbastanza?”

“Non ti permetterò di andare via” disse la donna, stringendo forte le spalle dell’interlocutore.

“Sei tu a volerti liberare di me. Eppure sei tu la sola a potermi cambiare, a potermi rendere quello che vuoi che io sia. Plasmami, seducimi, uccidimi e fammi risorgere dalle mie ceneri. Mostrami al mondo, vantati di me. Dì che sono tuo, dì che sono perfetto.”

“Sei perfetto” disse la donna. “Perfetto.”

Una donna sedeva dinnanzi al suo portatile. Aveva appena ultimato il suo ultimo racconto. Non ci aveva messo molto a scriverlo, ma le era sembrata una vera eternità.

“È perfetto” disse la donna. “Perfetto.”