Una corsa verso il sole – Racconto breve

Questo raccont0 risale al 2017-2019 circa; l’intervallo di tempo è dovuto alle modifiche che il racconto ha subito. Diciamo che all’inizio, da sadica che sono, avevo deciso di dargli un finale più amaro. A voi indovinare.

Un bambino con i capelli biondi passeggiava a piedi nudi lungo la strada davanti a casa di sua nonna. Le spighe di grano dei campi gli facevano il solletico alle caviglie. Gli era sempre piaciuto vivere in campagna, nonostante gli insetti e gli uccelli che cantavano continuamente.

La nonna era seduta su una sedia a dondolo vicino alla porta d’ingresso. Quando lo vide arrivare, si alzò di scatto e lo fissò stupita.

“Ciao nonna!” disse il bambino, sorridendole. “Mi sei mancata, è da tanto che non ci vediamo!”

“Oh, no!” esclamò la nonna, portandosi le mani alla bocca. “Torna a casa, tesoro! Non devi stare qui!”

“Ma io sono già a casa! Sono appena tornato dalle vacanze. Il mare era molto bello, ma non sopporto i viaggi in macchina, soprattutto quelli così lunghi!.”

Il bimbo, contento, corse incontro alla nonna e la strinse forte, facendole quasi perdere l’equilibrio.

“Come sono felice di vederti! Mi prepari la crostata di albicocche?” chiese, con un sorriso.

“Lo farei volentieri, ma non posso proprio, mi spiace!” rispose la nonna.

“Ah… peccato! Comunque vorrei entrare per cambiarmi i vestiti” disse il bambino, indicando la sua maglietta “Guarda, sono tutti sporchi e strappati! Tu le hai le chiavi?”

“Sì, ma… non puoi cambiarti adesso” disse la nonna, alzandosi dalla sedia. “Torna a casa, per favore. Fallo per me!”

“Ma io voglio stare qui con te!” disse il bambino “E poi siamo già a casa!”

La nonna afferrò la piccola mano del nipote tra le dita rugose.

“No, non è vero.” disse con un sorriso.

“Dovresti salutare anche mamma e papà! Saranno contenti di vederti! Non so dove sono, ma sicuramente arriveranno presto… E poi voglio presentarti la mia sorellina, non l’hai mai vista!”

“Oh,  sì che l’ho vista! Eccome! Fin dal primo momento. Purtroppo lei non mi può vedere, però!”

“Perché è troppo piccola e non ci vede abbastanza bene?” domandò il bambino.

“Può essere. Sì, può essere…”

“Nonna, ma perché tu non hai l’ombra e io invece sì?” chiese il nipotino, fissando la strada sterrata sotto di sé.

“Perché tua nonna è così leggera e sottile da non oscurare la luce del sole!” rispose una voce maschile.

Una mano si posò delicatamente sulla spalla del bambino. Quando questi si voltò, riconobbe un volto gentile e anziano che aveva visto solo in fotografia.

“Nonno?!” esclamò il bimbo, sorpreso.

“Sono proprio io!” disse l’uomo sorridendo. “Fai il bravo, dai retta alla nonna e fatti una bella corsa!”

“Credevo che fossi morto prima che io nascessi!” disse il bimbo.

 “Guarda” disse la nonna, indicando il sole dietro un campo di grano. “’È là che devi andare.”

“Ma è lontano! Io non ce la faccio a camminare così tanto, sono stanco!” si lamentò il bambino.

“Sembra lontano, ma non lo è affatto” disse il nonno. “Non dovrai nemmeno camminare. Ti sentirai tanto leggero che ti sembrerà di volare!”

“Ma io non voglio andarci! Voglio restare qui! Sto così bene insieme a voi!” disse il bambino, aggrappandosi al braccio del nonno.  “E poi papà mi ha detto che tu conoscevi un sacco di storie bellissime! Vorrei sentirle! Mi ha detto che hai combattuto in guerra, mi ha detto che sei sfuggito ai tedeschi tante volte! Mi racconti come hai fatto?”
Il nonno si inginocchiò davanti al bambino, per poterlo guardare negli occhi.

“Ascolta, piccolo mio; verrà un giorno in cui tu e io ci incontreremo ancora, ma è un giorno tanto, tanto lontano.”

“Tanto quanto?” chiese il bimbo, con la faccia cupa.

“Tanto tanto”, disse l’uomo, con un sorriso. “Hai una vita ad aspettarti, non puoi perdere tempo qui con i tuoi vecchi nonni!”

“Corri! Coraggio, vai!” disse la nonna, dando al nipote una pacca sulla spalla.

Il bimbo abbracciò entrambi i nonni.

“Allora… devo proprio andare via?” chiese, con voce sommessa.

I nonni gli sorrisero, tenendosi per mano.

“Corri veloce e non voltarti indietro! È così che sono fuggito ai tedeschi!” lo esortò il nonno.

Il bambino iniziò a correre.

Una donna e un uomo sedevano al capezzale di un letto di ospedale. Lei aveva un braccio rotto e parecchi lividi sul viso, lui aveva una ferita che gli attraversava la fronte.

Nessuno dei due riusciva a dire una parola.

Un bambino con i capelli biondi era sdraiato davanti a loro, quasi immobile, con le braccia piene di aghi e tubi, ma d’improvviso due occhi azzurri fecero capolino sotto quelle palpebre chiuse ormai da giorni.