MINECRAFT CREEPYPASTA: Perché i Testificate non hanno le mani

Ogni villaggio di Minecraft è abitato dai Villager, che noi chiamiamo affettuosamente Testificate.
Ciascuno di essi è in grado di commerciare con il giocatore, ma senza mai mostrare le mani. Una banale questione di programmazione, verrebbe da pensare, per evitare di creare troppe animazioni.
Eppure, l’unico momento in cui è possibile vedere le mani di un Testificate è quando questo abbandona la forma vivente, tra le braccia dello zombie che lo ha reso simile a lui e lo ha condannato a vagare in cerca di carne umana finché l’alba non lo cancellerà dal mondo col fuoco.
Solo la morte rivela le mani dei Testificate: quale incantesimo incombe su di loro, tanto forte al punto di esser sciolto solo dalla morte?
Vorremmo dirvi che si tratta solo di righe di codice Java, ma vi staremmo mentendo.

Perché i Villager sono gli unici esseri che morendo non droppano niente, neppure i punti esperianza, neppure gli strumenti che portavano nell’inventario? Ogni traccia di loro svanisce, come se non fossero mai neppure esistiti.

Molti di voi sapranno che la Mojang ogni anno, per Halloween, aggiunge delle zucche sulle teste di alcuni mob. Non è una decorazione, è un modo per costringerli a non vedere.

Era il 22 Settembre 2011 quando dei nuovi mob vennero aggiunti a Minecraft: “TESTIFICATE” era il nome che torreggiava sopra la testa di ognuno di essi.
Circa un mese dopo, precisamente il 31 Ottobre, un fulmine colpì il computer di un ignaro videogiocatore, creando un vortice spaziotemporale che lo catapultò all’interno del suo mondo di Minecraft appena creato.
Purtroppo per lui, il suo mondo era in difficoltà Hardcore, e non avrebbe avuto che un’unica possibilità di uscire da quell’incubo. Il giocatore, nonostante la situazione terribile nella quale si era ritrovato, era di carattere risoluto e determinato, e non si perse d’animo: iniziò subito a costruire un rifugio, illuminato solo dalle poche torce che gli servivano per non far generare entità malvagie intorno a sé. Di notte dormiva, di giorno minava, e si stava preparando duramente per riuscire a vincere il gioco, sperando che quella fosse la soluzione per salvarsi e tornare nel mondo reale.

Durante uno dei suoi viaggi si imbatté in un villaggio. Era la prima volta che incontrava delle forme di vita umanoide, nel mondo di Minecraft, ma fu ben contento di poter approfittare della loro ospitalità. Si stabilì in una delle case vuote del villaggio, e iniziò a coltivare la terra e a mettere in sicurezza la zona.
Una notte, i Testificate si riunirono di nascosto per entrare nella casa del nuovo arrivato, mentre era a minare nella montagna lì vicino. Aprirono i suoi chest e trovarono diamanti, redstone, blocchi d’oro e di lapislazzuli. Inoltre, videro che aveva costruito un piano interrato con una grande libreria piena di incantesimi, armi e armature incantate, e addirittura pozioni magiche.
“Egli è uno stregone!” disse uno dei Testificate “Dobbiamo ucciderlo prima che sia troppo tardi!”
“Sacrifichiamolo, e plachiamo gli spiriti dei non morti!” dichiarò il sacerdote.
“Ma non ha fatto nulla di male!” rispose il contadino.
“Ha ragione, ha pure difeso il villaggio dagli attacchi!” aggiunse il fabbro.
Proprio in quel momento, si accorsero che stava tornando a casa, e si affrettarono ad uscire, ma mentre si stavano avvicinando all’entrata, uno dei Testificate notò un luccichio provenire dalle mani del viaggiatore: era qualcosa di verde, forse una pietra, sembrava preziosa e rarissima. I Testificate non appena videro quello spettacolo luminoso restarono abbagliati dall’idea di impossessarsene e all’improvviso si trovarono tutti d’accordo sul da farsi.
Non appena il videogiocatore aprì la porta di casa, con l’inventario colmo di risorse, un Testificate lo colpì alla testa, stordendolo. Quando riprese i sensi, si trovò imprigionato in una gabbia di legno avvolta dalle fiamme. In pochi istanti iniziò a tossire, e i suoi polmoni cominciarono a riempirsi di cenere.
I Testificate lo fissavano senza batter ciglio, tenendo in mano, ognuno di essi, un meraviglioso e lucente smeraldo.
“DANNATI TRADITORI!” gridò il giocatore “NON FINISCE QUI! VOI SARETE MALEDETTI, TUTTI QUANTI! MI VENDICHERO’!”
L’ultima cosa che i Testificate videro furono due occhi bianchi che emanavano una luce intensa. Poi le fiamme lo avvolsero e di lui non rimase più traccia. 10401828_291580047683365_1660568164_n

Il mattino del 1 Novembre, Notch fece ritorno a casa. Aveva trascorso la notte con degli amici per festeggiare Halloween. Suo fratello non era venuto, aveva preferito passare una tranquilla serata da solo in casa con dolcetti e videogiochi.
Quando aprì la porta, vide la schermata di morte di Minecraft fissa sullo schermo.
“Ehy!” gridò ad alta voce “Ti sei dimenticato di chiudere il gioco!”.
La risposta non giunse mai. Cercò per tutta la casa, ma non trovò segni della presenza di suo fratello.
“Sarà uscito…” pensò, sedendosi davanti al computer, e solo allora notò i segni di una bruciatura.
“GAME OVER!” diceva lo schermo. Non appena toccò il mouse, il mondo di gioco si autodistrusse immediatamente.
Decise allora di mettersi a lavorare a una nuova snapshot, intenzionato a rilasciare la versione Beta 1.9 di Minecraft nel minor tempo possibile. Quando creò un nuovo mondo per fare i suoi soliti test, un sinistro messaggio, certo non implementato da lui, comparve in chat.

HEROBRINE: Ciao, Markus.

Notch restò sorpreso, e rimase a fissare lo schermo incerto su come fosse potuta accadere una cosa simile.
Dopo qualche istante, comparve una nuova scritta.

HEROBRINE: Non rispondi più a tuo fratello?

Un brivido percorse la schiena di Notch. Spaventato, ma allo stesso tempo incuriosito, immaginandosi si trattasse di uno scherzo fatto dal fratellino che era tipico chiamarsi HEROBRINE nei videogiochi, si decise a rispondere.

NOTCH: Chi sei?

HEROBRINE: Sono io. Stanotte un fulmine ha colpito il mio computer, e mi sono ritrovato qui dentro.

Notch non riusciva a credere a quello che stava leggendo, ma sorrideva, divertito e compiaciuto che il suo adorato fratellino fosse riuscito a imparare a scrivere una funzione di Java e l’avesse aggiunta di nascosto al codice del gioco.

NOTCH: E poi cosa è successo?

HEROBRINE: Ho incontrato delle creature chiamate Testificate… Mi hanno ucciso dandomi fuoco. Mi sono trasformato in una linea di codice, e non posso più uscire da qui. Ora è troppo tardi. Ma non sentirti in pena per me. Io sono immortale, adesso. Non sento che un unico sentimento ribollire in me: il desiderio di vendetta.

Notch aveva le lacrime agli occhi. Aveva ricontrollato più volte l’intero codice di gioco: non esisteva nessuna funzione che permettesse alla chat di scrivere quei messaggi. Quello era davvero suo fratello.

HEROBRINE: Vendicami. Vendica la mia morte. I Testificate sono malvagi. Meritano una punizione.

Notch iniziò a programmare, tremante e disperato, e modificò tutte le linee di codice che riguardavano i Testificate. Impedì loro di utilizzare oggetti, di difendersi dagli attacchi dei mob, di usare leve e porte di ferro; dimezzò la loro intelligenza artificiale, rendendoli incapaci di percepire i pericoli, ma ancora non gli sembrava abbastanza. Decise che mai più avrebbero potuto usare le mani, le stesse mani che avevano osato dar fuoco a suo fratello. Infine, codificò gli zombie in modo che fossero in grado di attaccare i Testificate a vista, trasformandoli a loro volta in altri zombie oppure uccidendoli. Quando finalmente l’aggiornamento fu pronto e funzionale, Notch generò un nuovo mondo di gioco. Un messaggio comparve subito in chat.

HEROBRINE: Grazie.

NOTCH: Adesso sei libero di riposare in pace. Ti ho vendicato.

HEROBRINE: Ma io non voglio andarmene. Minecraft è casa mia, adesso. Voglio far provare a tutti lo stesso terrore che ho provato io.

NOTCH: Vuoi spaventare i giocatori?

HEROBRINE: Sì.

NOTCH: Ma loro non c’entrano nulla in questa storia! Se è davvero così, non mi resta altra scelta che eliminarti dal codice…

HEROBRINE: Oh, fai pure. Tanto non ci riuscirai mai. Il tuo Minecraft adesso è mio.

Notch aprì ogni singola pagina di Java, ma non fu in grado di trovare dove fosse annidato il codice di Herobrine.

HEROBRINE: Hai visto? È impossibile farmi sparire. Io sono morto qui, e qui resterò. ADDIO.

NOTCH: Cosa hai intenzione di fare?!

Herobrine non rispose più.

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Notch non se la sentì di pubblicare quell’aggiornamento, e decretò la fine della Beta di Minecraft, facendo uscire direttamente la versione 1.0. Infatti, la Beta 1.9 è anche conosciuta come il “Lost Update”, ovvero l’aggiornamento perduto, proprio perché Notch voleva dimenticare tutto l’accaduto e chiudere la storia una volta per tutte. Non riuscendoci.
Da quel giorno, giocatori di tutto il mondo raccontano di aver avvistato delle piccole costruzioni comparse da un momento all’altro, oppure di aver visto degli occhi luminosi apparire in mezzo al nulla.
Quanto giunge la notte di Halloween, Herobrine è libero di comparire e compiere di nuovo la sua eterna vendetta. Per prima cosa, pone una zucca sul capo dei suoi sudditi, poi inizia a vagare per i villaggi, e uccide ogni Testificate che incontra nella sua strada torturandolo finché non invoca la morte.
Si narra che una ragazza, una volta, si sia connessa al suo mondo di Minecraft e abbia assistito a una delle torture messe in atto da Herobrine. Egli, dopo aver preso la vita del Testiticate che aveva tra le mani, la fissò e le scrisse in chat: “TU SARAI LA PROSSIMA.” Purtroppo la ragazza non fu abbastanza svelta a chiudere la partita. Il mattino dopo, fu ritrovata riversa sulla tastiera, con la gola aperta in due da un taglio così preciso che solo una spada di diamante sarebbe stata in grado di fare.

La sete di vendetta di Herobrine non si è ancora estinta. Quando giungerà l’ora delle streghe, spegnete Minecraft e non giocateci finché non sarà sorto il sole. Herobrine è nel vostro computer, è nel vostro mondo, è nella vostra vita: non vi farà del male, ma basterà un solo passo falso e per voi non ci sarà scampo.

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Luca & Chiara