La vera storia delle principesse Disney: CENERENTOLA

I film della Disney fanno sognare, e conservano tutti un meraviglioso lieto fine… Ma cosa sarebbe successo se la Disney avesse rispettato le fiabe originali? Le fiabe della tradizione popolare presentano più di una versione; di seguito leggete quella che conosciamo noi. Ecco la vera storia di Cenerentola. Una fiaba da sogno, che pare creata proprio per donare speranza a chi vive in una realtà infelice, forse nasconde radici molto più dolorose…

CENERENTOLA – FIABA POPOLARE
Una bellissima ragazza veniva maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre da quando suo padre era morto.
Un giorno il principe del regno annunciò di aver organizzato tre balli durante i quali avrebbe scelto una sposa. Cenerentola (così la chiamavano per via della cenere con cui si sporcava pulendo) non poteva andare al ballo, non avendo un vestito da sera. Una fata decise di creargliene uno con la magia, ma l’incantesimo sarebbe svanito a mezzanotte.
Cenerentola andò al ballo, conobbe il principe e lui si innamorò di lei. Per due notti Cenerentola riuscì a fuggire prima di mezzanotte, ma la terza sera, durante la fuga, perse una scarpetta di pelliccia.
Il principe cercò la ragazza proprietaria della scarpetta facendola provare alle ragazze del regno, ma la scarpetta era incantata, e sarebbe stata giusta solo per la legittima proprietaria
Quando toccò alle sorellastre, cercarono di tagliarsi le dita dei piedi e i talloni per poter calzare la scarpa e nascosero Cenerentola dentro una botte. La madre di Cenerentola, sotto forma di uccellino, svelò al principe l’inganno, così Cenerentola e il principe si sposarono. Le sorellastre però morirono dissanguate. In altre versioni, Cenerentola decise di far vivere con lei nel palazzo del principe sia la matrigna che le sorellastre.

La versione dei fratelli Grimm
Un uomo rimase vedovo con una figlioletta alla quale la madre, prima di morire, aveva chiesto di esser sempre buona e gentile. L’uomo presto si risposò con una vedova che aveva due figlie, e le tre presto iniziarono ad odiare la ragazza e a trattarla come una serva, arrivando a chiamarla “Cenerentola”, perché spesso era sporca di cenere. Quando il padre di Cenerentola partì per un viaggio d’affari, ella chiese in dono il rametto che l’avesse sfiorato per primo, mentre le sorellastre chiesero gemme e vestiti. Cenerentola piantò il rametto sulla tomba della madre, il quale, annaffiato dalle sue lacrime, divenne un albero in cui andò ad abitare un uccellino che esaudiva i desideri di Cenerentola.
Il principe del regno annunciò di aver organizzato un ballo di tre giorni a cui erano invitate tutte le ragazze per scegliere una sposa: Cenerentola chiese il permesso di partecipare, ma la matrigna le diede molto lavoro da sbrigare. La ragazza si fece aiutare dagli uccellini che vivevano da quelle parti, ma la matrigna la obbligò comunque a restare a casa perché non possedeva un vestito adatto.
Non appena la matrigna e le sorelle se ne andarono, Cenerentola andò a chiedere aiuto all’uccellino che abitava la sua pianta, il quale le gettò un bellissimo vestito che attirò l’attenzione del principe, il quale volle ballare solo con lei per tutta la notte, almeno finché Cenerentola non decise di tornare a casa sparendo nel nulla. Una volta tornata a casa, restituì il vestito all’uccellino. La notte seguente, l’uccellino le donò un abito ancora più bello, e Cenerentola ballò di nuovo con il principe finché non scappò dal ballo. La terza sera, Cenerentola indossava il vestito più bello di tutti, ma il principe aveva cosparso di pece la scala da cui lei fuggì, lasciandovi incollata una scarpetta d’oro.
Il principe avrebbe sposato solo la ragazza che l’avesse calzata alla perfezione. Quando toccò alle sorellastre la prova della scarpetta, la maggiore si tagliò l’alluce pur di indossarla, ma due colombe fecero notare al principe che la scarpa si era sporcata di sangue. La minore invece si tagliò un pezzo del tallone, ma le colombe svelarono di nuovo l’inganno, rivelando che la vera proprietaria della scarpa era però in quella casa. Sebbene né il padre né la matrigna di Cenerentola fossero d’accordo, il principe insistette per far provare la scarpa anche alla povera serva che abitava in quella casa: la scarpetta calzò alla perfezione e finalmente il principe riconobbe Cenerentola come la ragazza del ballo. Le due colombe si posarono sulle sue spalle, e quando le sorellastre si avvicinarono per fingersi felici per lei, le colombe le accecarono per punirle della loro malvagità. Cenerentola e il principe convolarono a nozze.

Interpretazione: Cenerentola è la fanciulla bella e buona tormentata dalla matrigna cattiva e dalle sorellastre. E’ elemento comune, nelle fiabe (vedi Biancaneve), che la matrigna sia in qualche modo gelosa della figliastra, in particolare se ha dei figli propri che si dimostrano in qualche modo inferiori (in bellezza o in virtù). Cenerentola ottiene una ricompensa per il suo modo di essere, e rappresenta un ribaltamento di sorte: da povera serva diventa moglie di un principe, come a dire che la bontà viene in qualche modo premiata, così come la malvagità viene sempre punita (le sorellastre finiscono accecate o dissanguate). L’uccellino che abitava l’albero cresciuto sulla tomba rappresenta la madre di Cenerentola, che vuole restarle vicino ed aiutarla a uscire dalla sua brutta situazione familiare. Notare che il principe si mostra molto attivo nella ricerca della sposa, mentre il padre, ancora vivo nella versione dei fratelli Grimm, non mostra alcun interesse per il destino della figlia.

Una scarpina appartenuta ad una donna con i piedi fasciati in confronto ad un pacchetto di sigarette
Una scarpina appartenuta ad una donna con i piedi fasciati in confronto ad un pacchetto di sigarette

La verità dietro la fiaba: le scarpette di cristallo/oro indossate da Cenerentola sono frutto di un errore di traduzione che la fiaba, essendo antichissima, ha subito: prima di allora, erano di pelliccia, quindi decisamente più comode! Le origini di questa fiaba affondano (probabilmente) le radici in Cina, dove il piede piccolo era considerato simbolo di bellezza e di femminilità.
I piedi piccoli, detti “loto d’oro”, sfoggiati da donne e fanciulle cinesi, non erano però frutto della genetica, quanto di dolorose fasciature imposte fin dalla primissima infanzia. Le dita del piede, eccetto l’alluce, venivano piegate sotto la pianta del piede; le ossa venivano talvolta fratturate per incurvare il piede creando una forma a mezzaluna; le bambine, a partire dai due o tre anni di vita, dovevano camminare con i piedi combinati in questo modo, nella speranza che, una volta adulte, i loro piccoli piedi potessero permettere loro di trovare un buon partito. Nessun uomo avrebbe sposato una donna che non fosse stata sottoposta a questa pratica, perché non avrebbe dimostrato di essere dotata di pazienza, sopportazione e remissività. I “loto d’oro” erano appannaggio della classe nobile: un uomo che poteva permettersi di mantenere una donna quasi impossibilitata a camminare (se non con il bastone) aveva bisogno di molto denaro. Infatti, le ragazze di famiglia meno agiata, per poter ambire comunque a un buon matrimonio, rimandavano la fasciatura ai dodici o tredici anni, quando ormai i piedi erano già cresciuti e il risultato finale sarebbe stato comunque considerato poco raffinato: il piede perfetto era lungo otto centimetri. Le donne cucivano personalmente le scarpine che indossavano, per enfatizzare la forma del piede e le proprie abilità con ago e filo. I piedi piccoli erano considerati dagli uomini elemento di enorme fascino femminile, anche per via dell’andatura ancheggiante (simile a quella ottenuta con i tacchi alti) che le donne ottenevano.
Questa pratica non viene più eseguita in Cina da diverse decine di anni, ma si trovano ancora delle anziane signore con i piedi fasciati che indossano delle minuscole scarpine, sufficientemente rigide da poter sorreggere il loro peso.