Ricordi di scuola: il giorno della Memoria

Le scuole medie furono un periodo abbastanza disastroso sotto punti di vista per me, sia dal punto di vista fisico che mentale… ma questa è un’altra storia. Col terzo anno scolastico, giunse anche il momento di studiare in maniera più approfondita la seconda guerra mondiale, con tutte le conseguenze sociali che questa ha avuto su chiunque, in particolare sul popolo ebraico.

Ricordo che i miei professori non si limitarono a farci leggere il libro di storia; tutti gli insegnanti, anche quello di matematica e scienze, decisero di contribuire alla nostra formazione con mezzi di espressione differenti.

Un professore, forse quello di arte, ci fece vedere il film Schindler’s List, uscito nel 1994 e diretto da Steven Spielberg. Onestamente credo proprio di doverlo riguardare, perché non mi ricordo quasi niente eccetto la bambina col cappotto rosso e il finale. Si tratta di un film piuttosto crudo, in bianco e nero, ispirato a una storia vera; per quanto tutto il film sia permeato da una scintilla di speranza, lascia addosso un’amarezza incredibile. Se volete, esiste anche il libro da cui è tratto il film (l’ho letteralmente scoperto mentre scrivevo questo post).

Il professore di matematica portò a scuola un fumetto della sua collezione personale: Maus, di Art Spiegelman. In questo fumetto viene raccontata la storia di una famiglia sopravvissuta all’Olocausto, ma per rendere più netta la distinzione tra nazisti ed ebrei l’autore ha scelto di rappresentare i primi come gatti e i secondi come topi. Ricordo che quel fumetto passò di mano in mano tra i vari studenti, fino a giungere anche tra le mie; lo leggevo prima di dormire, ma poi mi resi conto che alcune scene erano in grado di impressionarmi. Non ricordo bene il finale, ma prima o poi cercherò di rileggerlo.

Il fumetto è uscito con una nuova copertina per celebrare il trentennale, ma io ricordo che il fumetto che lessi io era fatto così. Trovate su Amazon entrambe le versioni.

La professoressa d’italiano, nonché la mia professoressa preferita di sempre, ci diede da leggere il libro di Lia Levi intitolato Una bambina e basta. Il romanzo racconta il fascismo filtrandolo attraverso gli occhi di una bambina ebrea italiana, che non riesce a capire bene come mai non può tornare a scuola come tutti i suoi compagni. Più leggero forse rispetto ad altri, ma comunque da (ri)leggere.

una bambina e basta, copertina
La mia edizione aveva una copertina differente…

In questo momento mi sto rendendo conto che durante il quinto anno di liceo non ci fu tempo o modo di approfondire la seconda guerra mondiale al di fuori dei libri scolastici… o forse sono io che non ricordo. E voi invece cosa ricordate?

Ovviamente chi vuole approfondire l’argomento può accedere a molti libri e/o film, dal Diario di Anna Frank a Il bambino col pigiama a righe, entrambi piuttosto devastanti… voi cosa avete letto/visto? Fatemelo sapere nei commenti!

Un giorno mi piacerebbe scrivere un libro sulle esperienze dei miei nonni maschi durante la seconda guerra mondiale… non erano ebrei, ma entrambi se la videro brutta in più occasioni. Un giorno, magari… chissà!