26 agosto 2021 (un mese esatto prima dei ** anni)

Il 26 agosto, dopo essermi lavata i capelli, avevo in mente di andarmene in terrazzo ad asciugarli al sole, magari leggendo un libro… Ma il vento fresco e il sole basso mi hanno ricordato che ormai agosto sta finendo. E visto che tra un mese esatto è anche il mio compleanno, ho cominciato a scrivere questa cosa…

L’autunno sta arrivando.

Lo sento nel vento che non mi asciuga più i capelli, nel sole che sparisce più presto, nella coperta in cui mi avvolgo per dormire.

Lo sento nelle foglie arancioni che scricchiolano sotto i piedi, nel pelo dei gatti che sta diventando più folto, nei capelli caduti che mi restano tra le dita.

Manca un mese esatto al mio compleanno, alla fine di un decennio che, a guardarmi indietro, mi chiedo dove diamine sia andato.

Non l’ho sentito arrivare questo nuovo decennio, ma ci pensano i social a ricordarmi che potrei scadere, che devo sposarmi, che la mia pelle non sarà liscia per sempre.

All’inferno i social, non spetta a loro decidere quanti anni ho io; forse non spetta nemmeno alla mia data di nascita, forse è una scelta che posso fare da sola.

Se voglio mettermi una maglia rosa coi gattini, posso avere quindici anni?

Se mi vesto da donna, posso averne quaranta?

E se mi guardo allo specchio, posso scegliere di non farmi definire da un numero?

Sì, ho due capelli bianchi alle tempie, uno a destra e uno a sinistra; forse sono aumentati dall’ultima volta che controllato, ma francamente non m’interessa nemmeno; ho troppe magliette stampate che mi riportano indietro nel tempo, troppe bambole e peluche, troppi cartoni da guardare.

Lo sappiamo tutti che il capodanno non è il primo gennaio, ma il primo settembre: le vacanze finiscono, ammesso che ci siano state, e si torna sui banchi o dietro le scrivanie; non sento la mancanza dei banchi, e ormai vivo in simbiosi con questa scrivania. È qui che concepisco le mie idee, è qui che Norvy mi zampetta nell’anima e mi ricorda che l’età non serve a niente; lui è un gatto immaginario, invecchia solo quando glielo dico io… e io invece quando invecchierò?

Quando avrò tutti i capelli bianchi? Quando sarò diventata una nuova versione di me stessa? Quando sarò madre?

O forse, scrivendo da anni, son talmente abituata a viaggiare nel tempo della storia e nel tempo del discorso che rimarrò uguale per sempre?

No, non rimarrò uguale per niente, anzi. Invecchierò più dei personaggi che scrivo e dei disegni che faccio, così potrò fare dei disegni ancora più belli e dare vita a dei personaggi ancora più veri.

Io stessa non sono che un mio personaggio da riscrivere ogni giorno, un personaggio che tra un mese compie gli anni. Ogni anno è una pagina di un libro, vediamo cosa c’è da scrivere adesso…