SERIE TV – BEASTARS (S1 e S2) | RECENSIONE
Ok, lo ammetto; dopo anni di fedeltà ad Amazon e ad Amazon Prime Video, alla fine sono cascata anch’io nella splendida trappola di Netflix. Doveva essere solo un regalo per mia mamma, che si era appena comprata il suo primo televisore smart, ma in fondo che fai, paghi un servizio e non lo usi? Alla fine mi sono loggata pure io e…
In questa piccola serie di recensioni vi parlerò dei film/serie che ho visto e di cosa mi ha colpito di ciascuno/a. Sì, lo so che in genere queste cose le faccio con i libri o coi fumetti, ma sto ancora finendo di leggere I ragazzi di Jo, l’ultimo libro della quadrilogia di Piccole donne. Poi comincerò a leggere altri generi di libri, non temete… Ma fino ad allora, parliamo di serie TV!
BEASTARS: una metafora del razzismo?
L’universo di Beastars non è popolato da esseri umani, ma da animali antropomorfi di ogni specie; in particolare, i carnivori e gli erbivori convivono “pacificamente” all’interno degli stessi ambienti, eppure… ogni tanto gli incidenti capitano.
Non mi metterò a fare spoiler, perché non voglio guastarvi il piacere di immergermi in un universo alternativo così dannatamente vicino al nostro; vi dirò soltanto che tutto ruota intorno ad alcuni personaggi principali (come in qualunque altra serie). In particolare, nella prima stagione i protagonisti indiscussi sono Haru, una coniglietta bianca di 18 anni, e Legoshi, un grosso lupo grigio di 17.
Tra i coprotagonisti, ricordiamo anche la bella lupacchiotta Juno e il cervo Luois (che ha lo stesso doppiatore di Light Yagami, Flavio Aquilone, e questo vi basti a capire che tipo è).
Tra erbivori e carnivori può nascere l’amicizia, può persino nascere l’amore, ma c’è sempre quel timore di essere divorati e divorare che permea ogni piccola interazione tra due mondi così vicini ma forse troppo diversi per poter davvero vivere insieme. Non si tratta di un vero e proprio razzismo, perché i carnivori non vengono semplicemente denigrati, ma vengono letteralmente temuti per quello che potrebbero fare… e che talvolta in effetti fanno.
Due stagioni di anime, 22 manga
Come molti altri anime, Beastars proviene da un manga con il quale presenta alcune differenze. Non ho (ancora) letto il manga, quindi non posso mettermi a fare confronti, ma so per certo che ci sono stati degli adattamenti che potrebbero non piacere a tutti, ma che potrebbero giovare al risultato complessivo. Se volete scoprire dove andrà a parare la serie, andate pure a procurarvi il manga; se invece avete pazienza, potete aspettare l’uscita delle prossime stagioni.
Vi consiglio di vedere la serie?
Sì, se vi piacciono gli anime un po’ alternativi. L’idea di fondo di Beastars è molto buona, penso che potrebbe piacere molto anche agli adulti che in genere non guardano troppi anime (un po’ come me, in fondo).
Per riassumere il punto della situazione, potremmo dire che:
La prima stagione mi ha tenuta incollata allo schermo fino all’ultimo episodio e anche la seconda mi è piaciuta parecchio (anche se non quanto la prima). Non vedo l’ora che esca la terza stagione, così potrò aggiornare questa recensione oppure scriverne una nuova!
Mi raccomando fatemi sapere nei commenti se ci sono delle altre serie di Netflix (e non solo) di cui vorreste leggere una recensione! Al momento la mia lista di serie di cui parlarvi è piuttosto lunga, anche se alcune non sono propriamente adatte ai più giovani… ma di questo parleremo la prossima volta!
Secondo me dovresti guardare la numero 1 in qualità di disegni e Animazioni: Fate Stay Night Unlimited blade works e i 3 film di Fate Stay Night: Heaven’s Feel 1/2/3
Grazie del consiglio!