La vera storia delle principesse Disney: LA BELLA ADDORMENTATA

I film della Disney fanno sognare, e conservano tutti un meraviglioso lieto fine… Ma cosa sarebbe successo se la Disney avesse rispettato le fiabe originali? Le fiabe della tradizione popolare presentano più di una versione; di seguito leggete quella che conosciamo noi. Ecco la vera storia de La bella addormentata.

LA BELLA ADDORMENTATA – FIABA POPOLARE
Un re organizzò una festa per il battesimo della figlioletta. Poiché possedeva dodici piatti d’oro, invitò solo dodici delle tredici fate che abitavano il suo regno. La fata esclusa, sentendosi offesa, predisse che la principessina, compiuti 15 anni, si sarebbe punta con il fuso di un arcolaio e sarebbe morta. Una delle dodici fate riuscì a trasformare la sentenza di morte in 100 anni di sonno, che si sarebbero conclusi con il bacio di un principe.
Nonostante il re avesse fatto incendiare ogni arcolaio, la principessa si punse comunque come aveva predetto la tredicesima fata, e tutto il regno cadde in un profondo sonno lungo un secolo.
Allo scadere dei 100 anni, un principe giunse davvero fino alla principessa e la svegliò con un bacio, rapito dalla sua bellezza. I due si sposarono.

Secondo alcune versioni, la madre del principe era un’orchessa che cercò più volte di uccidere la principessa e i due bambini nati dal matrimonio con il principe, cercando di mangiarli o di avvelenarli, finché il disappunto per aver fallito non la portò a suicidarsi.

In altre versioni, invece, a risvegliare la principessa dal suo sonno sono le doglie del parto: il principe l’aveva infine trovata, ma non l’aveva baciata.

Malefica sta per lanciare un incantesimo sulla piccola Aurora
“Speravo si trattasse puramente di una svista. Bé, se è così forse è meglio che me ne vada…”

Interpretazioni: come già detto per Biancaneve, anche questa fiaba è da intendersi come simbolo del rito di passaggio dall’infanzia all’età adulta, con il sonno che rappresenta la fine di una fase di vita e il risveglio visto come l’inizio di quella successiva. La tredicesima fata è la donna matura, dotata di poteri magici, che aiuterà la fanciulla a compiere questa transizione: il numero tredici rappresenta i cicli lunari che si verificano in un anno solare, e la luna è da sempre associata all’idea di femminilità. Nella crescita della fanciulla vi è però un elemento di disturbo, rappresentato dal padre di lei. Il padre, negando l’invito alla tredicesima fata, vuole negare la femminilità della figlia, nella speranza che, restando bambina, non gli venga sottratta da un uomo. La fata presagisce la morte per la principessa, qualora le venga negato di diventare adulta.
Il risveglio dovuto al bacio di un uomo è anche in questo caso il completamento del rito di passaggio: la principessa, nonostante la volontà del padre, non è più una fanciulla ma una donna in grado di amare un uomo diverso dal genitore.
In questo caso, il simbolo chiave del passaggio tra le due fasi di vita, che per Biancaneve era stata la mela, è il sangue che la principessa perde quando si punge il dito con il fuso dell’arcolaio: il rosso del sangue richiama simbolicamente l’età adulta della donna, simboleggiando la comparsa del ciclo mestruale.