Nota di Dolly – Le avventure di Norvy e Chiara

Mi presento: sono Dolly, ho da poco compiuto due anni e sono una gatta bellissima, intelligente e deliziosa. È impossibile fare la mia conoscenza e non amarmi alla follia. Gli umani impazziscono per me e qualunque altro animale non può fare a meno di invidiare il mio setoso manto bianco e marrone e i miei occhi azzurrissimi. Sono una Ragdoll, incantevole membro di una razza felina frutto di una mirata selezione che mi ha reso affascinante, morbida, coccolosa e decisamente adorabile. Due anni fa abitavo con una vecchia bisbetica, ma dopo qualche mese sono andata a vivere con due giovani umani squinternati chiamati Luca e Chiara. All’inizio le cose parevano andare bene, ma nel giro di un anno qualcosa cambiò… In una fredda sera di dicembre, Chiara se ne andò via dall’appartamento dove abitavamo, portandomi via con sé. Non avevo mai viaggiato in treno prima d’allora e non fu molto bello restare nel trasportino tutto quel tempo, ma non mi sembrò il caso di infastidire Chiara con le mie lamentele. 

Da allora vivo in un appartamento insieme a lei e ai suoi genitori, Maura e Giovanni. Questo Giovanni, non appena mi vide, ebbe subito da protestare. 

«Non voglio gatti in casa!» disse, guardandomi storto. 

«Beh, nemmeno io vorrei così tanti umani in casa», risposi, «ma non ci posso fare niente se adesso devo abitare qui!»

Avreste dovuto vedere la sua faccia! Non ebbe più il coraggio di obiettare nulla!

In realtà Maura e Giovanni sono due umani simpatici, soprattutto Maura, che quando guarda la televisione si diverte a coccolarmi e spazzolarmi. Somiglia molto a Chiara, tranne per il colore del pelo e degli occhi. Giovanni invece è un umano occhialuto alto e grosso, ma non mi fa alcuna paura; sono in grado di salirgli in testa con un solo balzo! E comunque è molto bravo a cucinare il pesce, quindi mi fa piacere averlo attorno. 

Ho una camera abbastanza calda, con un letto singolo in formato umano di cui mi sono appropriata, pieno di cuscini e pupazzi, molto più spazioso delle ceste e dei lettini per bambole a cui ero abituata. Purtroppo Chiara si è messa in testa che la mia stanza sia anche il suo studio, così trascorre buona parte del suo tempo lì dentro, scrivendo o lavorando al PC. Ormai mi sono abituata a sentirla chiacchierare oppure digitare furiosamente sulla tastiera, perciò riesco a dormire lo stesso come se niente fosse.

Ah, già… mi ero scordata di dirvi che condivido la casa con un mio simile di nome Norvy, la creatura più cattiva, spregevole e puzzolente mai esistita, che da qualche settimana è diventato mio marito. Cosa credete, umani, che le cose romantiche spettino solo a voi? La cerimonia nuziale felina è comunque ben diversa da quella degli uomini; a differenza vostra, noi non abbiamo bisogno di sacerdoti, sindaci o alieni per officiare il rito. Purtroppo per voi, creature morbosamente curiose, sono costretta a omettere i particolari di tale cerimonia; noi gatti teniamo molto alla privacy. Non ci piace essere spiati, guardati o, peggio ancora, ripresi con lo smartphone mentre ci toelettiamo o mentre usiamo la lettiera, e certo non ci va di essere osservati durante i nostri matrimoni.

Norvy e io eravamo seduti davanti a un piatto pieno di lasagne; ho capito che voleva chiedermi di sposarlo quando mi ha offerto il boccone più grande e pieno di sugo. 

Ogni notte litighiamo per il cuscino più morbido, ci diamo la colpa a vicenda di fronte agli umani riguardo i dispetti che combiniamo insieme e ci rubiamo continuamente il cibo l’uno dal piatto dell’altra. Siamo follemente innamorati.

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