Tag: immaginario

18 e 20 febbraio | Le avventure di Norvy e Chiara

«NORVY! Smettila con questi racconti menzogneri!» sbottò Dolly. «E vedi di mangiare qualcosa, altrimenti ti ruberò il pranzo!» 
«Io credevo che fossi contenta di sapere che mi sono distinto in battaglia per coraggio e abilità!»
«Certo, ma mi sono scocciata di sentirti ripetere sempre le stesse cose! Mi hai tenuta sveglia tutta la notte per raccontarmi le tue prodezze e mi hai costretta ad ascoltarti per ore! Ora basta!»

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16 e 17 febbraio – Le avventure di Norvy e Chiara

Costruirò una ghigliottina usando i resti del tavolo da pranzo… anzi, no, quello mi serve per mangiare. Vuol dire che userò la scrivania di Chiara; devo solo trovare una sega elettrica per poterne ricavare i pezzi che mi servono. Ora che ci penso, se riesco a trovare una sega elettrica posso risparmiarmi la fatica di costruire una ghigliottina e decapitare la malevola entità direttamente con quella. Dopodiché, conficcherò la sua testa su una picca e la metterò di fronte all’ingresso come avvertimento per qualunque altro turpe essere che osi avvicinarsi alla mia casa.

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14 e 16 febbraio – Le avventure di Norvy e Chiara

Norvy era acquattato in cima all’armadio, con entrambi gli occhi chiusi, ma degli strani mugolii attirarono la sua attenzione. Nel bel mezzo della stanza, Chiara stava ballando in cerchio e canticchiava una melodia irriconoscibile, fermandosi ogni tanto per ridacchiare e borbottare tra sé.
Dolly, distesa vicino al compare, alzò la testa e si mise a fissare la scena.
«Sapevo che prima o poi sarebbe accaduto», sussurrò Norvy, scuotendo la testa. «È impazzita! Guardala, poverina! Guarda che espressione assente e che movimenti scoordinati! Dovremmo chiamarle un medico!»

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Nota di Dolly – Le avventure di Norvy e Chiara

Mi presento: sono Dolly, ho da poco compiuto due anni e sono una gatta bellissima, intelligente e deliziosa. È impossibile fare la mia conoscenza e non amarmi alla follia. Gli umani impazziscono per me e qualunque altro animale non può fare a meno di invidiare il mio setoso manto bianco e marrone e i miei occhi azzurrissimi. Sono una Ragdoll, incantevole membro di una razza felina frutto di una mirata selezione che mi ha reso affascinante, morbida, coccolosa e decisamente adorabile.

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Ricordi estivi arancioni

Norvy balzò sulla scrivania e si accomodò con garbo sulle mie gambe, facendo le fusa come un gatto quasi normale.
“I miei sensi felini mi dicono che sei assorta in un pensiero un po’ strano”, disse lui. “Ne vogliamo parlare?”
“Stavo ripensando ad alcuni momenti della mia infanzia”, risposi. “L’estate è finita, e questo per me significa varie cose: mandare in vacanza il rasoio, abbandonare i vestitini rosa e i sandali, comprare duecento borse dell’acqua calda e far saltare la corrente almeno un milione di volte tentando di accendere la stufa mentre la lavastoviglie è in funzione.”

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Pensieri, negazioni, affermazioni

A volte è impressionante quanti pensieri filosofici colpiscano il cervello mentre si hanno le mani impegnate e non si ha modo di scrivere nulla. Un po’ come quando si vogliono ricordare i sogni notturni, ma questi decidono di sparire al risveglio come se non li avessimo mai concepiti.
Mi colse uno di quei momenti filosofici poco dopo aver finito di vedere una commedia su Netflix. I voti del pubblico e della critica mi parvero troppo alti rispetto all’impressione che mi aveva fatto, ma chi sono io per giudicare?

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Due guanciali, tre domande esistenziali

Abbracciai forte il mio secondo cuscino, cercando di dormire. Eh sì, da qualche giorno avevo preso l’abitudine di tenere ben due guanciali nel letto: uno per la testa e uno per le ginocchia, le gambe, le braccia, i piedi, le mani o qualunque altra cosa mi andasse di posarci sopra. Stavo di nuovo scrollando il telefono senza ritegno, guardando foto di gatti e tutorial di disegno decisamente troppo avanzati per le mie abilità.

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Guanciali speciali e amebe a riposo

Mi asciugai l’angolo dell’occhio sinistro con il dorso della mano, tirando su col naso prima di seppellire la testa nel mio guanciale rosa.
Quel guanciale era davvero speciale per me; non perché raccontasse qualche storia commovente, ma perché me l’ero fatto fare su misura da un’artigiana. Ero sempre stata molto schizzinosa per quanto riguardava i guanciali del letto (e non solo per quello, a dirla tutta), ma quella donna aveva confezionato un piccolo capolavoro. Dopo tutti quegli anni era ancora morbido e comodo, nonostante l’imbottitura un po’ schiacciata.

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Dialoghi notturni tra gatti e umani

Anche se le temperature erano chiaramente scese, c’erano altre faccende a tenermi sveglia fuori orario. Presi a scrollare il telefono, come ogni articolo sul dormire bene raccomanda di non fare, e mi imbattei in un post intitolato “perché il tuo gatto dorme con te”.
Mentre leggevo una slide dopo l’altra, sentii qualcosa atterrarmi sul petto con la sua soverchiante mole da norvegese delle foreste.

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